Flora

LA FLORA: CARATTERISTICHE GENERALI

Il Biotopo è caratterizzato da un mosaico di ambienti eterogenei comprendenti areali di Macchia Mediterranea e pratosi, coltivi stagionali, ambienti umidi e acquitrinosi, ambienti del sottocosta, con una diversità di situazioni edafiche che determinano una diversa distribuzione dei vari tipi vegetazionali (fitocenosi), un autentico museo vivente, un serbatoio biogenetico in cui è possibile osservare un vasto campionario di specie (alcune esclusive del luogo), che altrove purtroppo sono oramai scomparse. In base alle approfondite ricerche sul campo condotte dall’Istituto di Botanica dell’Università di Lecce sono state censite più di 1000 specie floristiche: per avere l’idea della ricchezza di questo patrimonio, si pensi che in tutta la Gran Bretagna sono state censite non più di 1800 specie autoctone!

Le comunità vegetali: la gariga e la bassa macchia.

La Gariga (che etimologicamente sta a significare terra non coltivata), si sviluppa in parte su terreno e roccia calcarenitica, sviluppandosi principalmente sugli altopiani. Calcarenitici e lungo la fascia costiera di S.E. con una vegetazione più alta e rigogliosa definibile di bassa Macchia, dove gli arbusti crescono fittamente appressati tra di loro dando luogo a complessi intricati e impenetrabili.

Si tratta di una G. mista che conserva ancora un’originale integrità, caratterizzata dalle scierofille arbustive (piante con Foglie sempreverdi) quali il Rosmarino (Rosmarinus officinalis), il Cisto marino (Cistus monspeliensis), i. Pistacchio selvatico o Lentisco (Pistacia lentiscus), il Mirto ( Myrtus communis), la Ginestra spinosa (Calicotome villosa) che nel periodo primaverile da vita a fioriture abbondanti di un giallo intenso.

Elementi rari sono due leguminose arbustive; l’Anthillis hermanniae di cui Punta pizzo rappresenta l’unica stazione della Penisola Salentina (Groves 1887), conosciuta dai gallipolini come ‘spina pollice’ ed utilizzata un tempo per fabbricare scope. Questa specie si può ammirare riccamente ricoperta da piccolissimi fiori gialli nel periodo primaverile.

L’altra leguminosa è l’Anagiride (Anagvris foetida) specie rarissima nel Salento segnalata dal Groves nel 1887 Dall’odore sgradevole se stropicciata, fiorisce in inverno mentre in estate maturano i legumi. In epoche passate era presente anche un’altra rara specie, la Medicago arborea, oramai estinta in questi luoghi.

Inoltre in piccoli areali resiste una remota associazione vegetale, dove dominano rigogliosi esemplari di Erica pugliese (Erica manipuliflora) che nel periodo della fioritura autunnale si adorna con dense infiorescenze costituite da piccolissimi fiori campanulati di un intenso color porpora. Le stazioni nei dintorni di Punta Pizzo hanno un elevato valore storico nonché è proprio qui che il Groves nel 1887 accertò la presenza in Italia di questa specie. In consorzio tra gli arbusti si incontra un vasto corollario si specie erbacee tra cui le orchidee spontanee, quali la Ofride scura (Ophrys fusca), il Fior di bombo (Ophrvs bombyliflora), l’Orchidea cimicina (Orchis coriophora) e tante altre.

Ricordiamo che è severamente vietata la raccolta di tutte le orchidee dato che alcune di queste sono rare ed in via di estinzione.

Gli areali pratosi
Questi areali hanno quasi sempre un carattere secondario, e si sono sviluppati su terreni dissodati, un tempo ricoperti da Macchia Mediterranea, a seguito di uno sfruttamento agricolo. Oramai da anni abbandonati gran parte di questi coltivi aridi sono progrediti in rigogliosi areali pratosi presentando un interesse botanico di prim’ordine con una massiccia presenza della tipica microflora mediterranea.

D’estate la comunità vegetale sembra quasi bruciata. solo in primavera si può ammirare un vasto e policromo corollario di specie. In parte vi dominano le Graminacee in consorzio con le Papilionacee, le Liliacee, le Labiate e tante altre. E’ il regno delle Composite di cui sono rappresentative le Calendule (Calendula officinalis), varie Centauree (Centaurea sp.), di cui questi areali rappresentano il “locus classicus”,il rarissimc Cardo santo (Cnicus benedictus), le pratoline (Bellis perennis e Bellis annualis). Ampiamente distribuite sono le Iridacee con copiose fioriture di Zafferani selvatici (Crocus thomasii) e di Romulee (Romulea bulbocodium) e ben localizzati si possono ammirare alcuni esemplari della sub-endemica lris pseudo pumila, un piccolo giaggiolo giallo. In una tavolozza così varia e policroma non potevano mancare le Orchidacee, grandi selezionatrici di cromatismi e sfumature, tra cui citiamo la rarissima Orchidea italica (Orchis italica), l’Orchidea gialla (Orchis lutea), l’Orchidea garganica (Orchis garganica), l’endemica Orchidea pugliese (Orchisapulica) e l’Orchidea a piramide (Anacamptis pyramidalis). Nello stesso periodo primaverile, le Sileni (Silene colorata e Silene dioica) felpano di rosa coi loro piccoli fiori distese molto suggestive. Notevole il ritrovamento di Convolvulus lineatus, una piccola campanella assai rara in Italia e presente in prov. di Lecce solo a S.M. di Leuca.

La pineta litorale e la macchia litorale a ginepri

La fascia di pineta prossima al mare cinge rigogliosa tutta la baia di Gallipoli. Risultato di una operazione di rimboschimento, è caratterizzata dal Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) a cui si affiancano altre specie ad alto fusto, quali Pino marittimo, Eucalipti e Acacia saligna.

Nell’ultimo tratto la pineta degrada e piccole dune ospitano un residuo di macchia litoranea caratterizzata da stupendi e contorti esemplari di Ginepro coccolone (Junipeius oxycedrus ssp. macrocarpa) e di Ginepro fenicio (Juniperus phoenicea).

Purtroppo tale comunità è in declino per l’arretramento della linea di costa dovuta all’erosione del mare e al forte impatto antropico che si verifica nel periodo estivo, oltre che all’introduzione sulle dune di specie competitive.

Vegetazione dell’ambiente costiero e dunale

In questi ambienti dall’elevato apporto termico e ad alta concentrazione salina, si rinviene una vegetazione tipica detta psammofita e psammofila. Tra le specie più rappresentative citiamo la Calcatreppola marina (Ervngium maritimum), la Carota spinosa (Ecbinophora spinosa), il Finocchio di mare (Crithmum maritimum) e lo Statice japigico (Limonium japigicum) peculiare ed esclusivo di questo tratto costiero e dell’Isola di S’Andrea. Sulle dune, incontriamo il Giglio delle dune (Pancratium maritimum) specie minacciata dalle raccolte sciteriate estive, e la Campanella delle spiagge (Calystegia soldanella).

La vegetazione retrodunale e degli acquitrini “Li Foggi”

Il biotopo “Li Foggi”, in gran parte bonificato, spesso oggetto di incendi dolosi e di insediamenti abusivi, attraversato dal fosso dei Samari, un canale naturale oramai cementato, si identifica come una delle ultime e importanti zone umide dell’arco jonico. E’ caratterizzato da bassure umide e da acquitrini popolati da fitte cenosi igrofile con dominanza della cannuccia di palude (Phragmites australis).

In seguito a studi specialistici finalizzati, è stata rinvenuta la rarissima Campanella palustre (Ipomoea sagittata Poiret), specie segnalata per la prima volta dal Groves nel 1887 e poi successivamente non più rinvenuta.

Questo prezioso relitto floristico di tutto rilievo è una specie anfiatlantica sub-tropicale in via di estinzione per la scomparsa dei suoi habitat salmastri tanto da essere stata inserita nel libro rosso delle specie in via d’estinzione redatto dal W.W.F..

Nelle bassure umide incontriamo varie specie riparte ed elementi tioristici di tutto rilievo come il Cardo cretese (Cirsium creticum), Equiseti (Equisetum arvense), giunchi e carici, Tutte le bassure umide ospitano fitocenosi pure di Imperata cylindrica, una graminacea dalla piumosa spiga bianco-argentata. In particolar modo si può osservare una suggestiva copertura presso la bassura-relitto della primitiva ed estesa palude Sogliana, procedendo da sud verso Gallipoli.

Di particolare interesse risultano le Orchidacee tipiche di ambienti umidi quali, l’Orchidea palustre (Orchys palustris) e l’orchidea apifera (Ophrvs apifera), note fino a poco tempo fa solo per alcune località costiere adriatiche del Salento, nonché Orchis laxiflora. Orchis morio e la sub-endemica Orchidea pugliese (Ophrvs apulica).

Del Canale Samari s’è già detto a proposito di paesaggio.

I vincoli
Per tutti questi motivi e grazie agli studi condotti dalla Società Botanica Italiana, dall’Università di Lecce e da quella di Bari, dalla Regione Puglia e dalla Provincia di Lecce, l’intera area del Litorale di Punta Pizzo, comprendente le aree umide subcostiere, e l’Isola di S. Andrea fanno parte ufficialmente parte dal 1999 della Rete Ecologica Europea a tutela degli habitat Progetto “BioItaly-Natura 2000” (Dir. 92/43 CEE “Habitat” e Dir. 79/409 CEE “Uccelli” recepite dalla normativa italiana con provvedimenti rispettivamente del 1997 e del 1991) col Codice IT9150015. Questo impone già da ora vincoli severissimi sulle modificazioni del territorio!

Essa rientra ovviamente tra quelle individuate, con 6 anni di ritardo, dalla L.R. 19/97 come Aree Protette Regionali (vai a http://parchi.regione.puglia.it/natura2000/default.htm ), cui lo studio commissionato dalla Provincia all’Università di Lecce, alla “Bocconi” di Milano ed ad un Pool di valenti tecnici locali ha attribuito una perimetrazione di massima di quasi 2500 ha.

L’intera area è poi sottoposta, giova rammentarlo, a vincolo paesaggistico (l. 1497/39) con un Decreto del Ministro dei Beni Culturali dai primi anni ‘80, e in parte soggetti anche a vincolo idrogeologico (R.D. n° 3267/23) e a quello della Legge n° 431/85 cd. Galasso.

Dal punto di vista urbanistico, lo strumento attualmente in vigore ( il nuovo P.R.G., enormemente sovradimensionato, attende ancora il vaglio degli organi regionali) prevede aree agricole e limitati interventi turistici all’aria aperta (campeggi), peraltro già stralciati dagli strumenti regionali.

Per maggiori informazioni visita la pagina: https://www.minambiente.it/pagina/rete-natura-2000 .